Vincenzo Sarnelli in (p)arte Tony Tammaro 🍉
🎤 Preparati per una chiacchierata informale, piena di risate e aneddoti con l’eclettico Vincenzo Sarnelli, in (p)arte Tony Tammaro: conosci da vicino l’uomo dietro le canzoni che ci hanno fatto sorridere.
🎶 Scopriremo il suo stile inconfondibile, il processo creativo dietro i suoi successi e le avventure che ha vissuto lungo il suo cammino. Tony, in tutta la sua autenticità, si svelerà come mai prima d’ora, raccontando storie inedite sulla sua carriera e sulle sue radici napoletane.
🍉 Un racconto che non vorrai perdere se sei fan della sua musica o semplicemente curioso di conoscere meglio uno degli artisti più amati e genuini della scena musicale napoletana.
Vincenzo (quello a sinistra) si diverte a fare il filosofo. Beve solo acqua e legge molti libri.
Vincenzo Sarnelli e Tony Tammaro
Tony (quello a destra) è un tamarro che più tamarro non si può. Si vede da come veste. Si abboffa di cibo spazzatura e non sa coniugare i verbi.
Nasco al Rione Alto, la cosiddetta Zona Ospedaliera. Di quel quartiere ho un ricordo (ci ho abitato quasi 30 anni): il suono delle ambulanze che passavano continuamente, a un certo punto ci fai l’abitudine. E poi è un quartiere anomalo perché Napoli è costruita sul tufo, con la pietra, e invece lì è tutto di cemento. C’è tanto cemento e pochissimo verde. Ci andammo a vivere perché papà e mamma erano invece della Sanità, quartiere molto più napoletano. Quando ce l’hai fatta ti compri la casa al Vomero. Siccome le case al Vomero non si trovavano, papà la prese un po’ più su del Vomero. Diciamo che tecnicamente noi la chiamiamo il pezzotto del Vomero.
Papà aveva una fabbrica di crocifissi. Infatti da bambino ho inchiodato tante volte Gesù sulla croce perché papà costruiva in legno, veniva segato e venivano fatte le croci. Tutti i crocifissi che vedete nelle scuole e negli uffici pubblici della Campania li ha fatti mio padre e molti di quei Gesù li ho messi in croce io!
Poi negli anni 70 papà aveva la voglia di cantare. Si è venduto la fabbrica e ha cominciato a diventare un musicista. Siamo cresciuti con gli alti e bassi che questo mestiere comporta. Mio padre da cantante era un cultore della canzone classica napoletana: a casa avevamo una biblioteca enorme piena di libri, una parete intera…però tutti su un unico argomento, la canzone classica napoletana. Quindi a papà piacevano Reginella, o surdato nnammurato e tutti i classici della canzone napoletana. A me no perché ascoltali oggi, ascoltali domani… glieli sentivo cantare tutti i giorni a tutte le ore. A un certo punto cominciavi ad avere un senso di repulsione anche per questo motivo io mi sono dedicato ad un’altra parte della canzone napoletana chiaramente però era quella umoristica.
E allora a un certo punto ho iniziato a scrivere le mie canzoni, le facevo ascoltare a mio padre perchè era un professionista: “papà che ne pensi di questa canzone?” Lui la guardava, si abbassava gli occhiali “e cos’è ‘sta schifezza?”. Me le bocciava puntualmente. A un certo ho detto “papà, se non me le vuoi cantare, se non le vuole cantare allora me le canto io”. E mio padre mi disse “se devi fare il cantante cambiati il nome perché il nome di famiglia non voglio che venga usato per le tue canzonacce”. Papà non aveva mai approvato quello che facevo come autore perché diceva sempre “Napoli ha avuto Salvatore Di Giacomo, abbiamo avuto Libero Bovio e mo’ arriva mio figlio e vorrebbe scrivere canzoni. Con papà c’è stato poi un riavvicinamento: pensa che veniva nei locali dove io cantavo la sera, si prenotava un tavolino, si sedeva e io cantavo. Si metteva in prima fila e faceva “aaaaaeeee!”. Era difficilissimo cantare con mio padre seduto lì.
A due anni dal lancio del documentario La gente di Napoli – Humans of Naples, Maurizio Di Nassau e Vincenzo De Simone ritornano alla carica con Parthenopeius: una serie di piccoli documentari che raccontano le storie e le personalità di vari personaggi napoletani. Attraverso delle interviste esclusive, scoprirai aspetti inediti e sorprendenti di queste figure che hanno segnato la cultura, l’arte, il cinema e la musica di Napoli. Clicca qui!