Cogliere in una città dalle mille sfaccettature sociali la realtà “effettuale” attraverso i volti della gente, racchiusi in uno scatto fotografico arricchito con un personale commento dei soggetti ritratti: è questo l’obiettivo del progetto – primo a Napoli nel suo genere, tanto da ispirare altri a volerlo emulare – lanciato da Vincenzo De Simone con il patrocinio del Consiglio regionale della Campania, della Regione Campania, del Comune di Napoli e del Comune di San Giorgio a Cremano.
Il progetto nasce sulla scia di un format di successo già ideato per la città di New York (Humans of New York) da Brandon Stanton e seguito fino ad oggi da oltre 18 milioni di internauti, con l’obiettivo di importare in una realtà sociale e culturale così variegata, come quella di Napoli, un sistema di osservazione della realtà che risulta molto utile ai fini della ricerca psicosociale.
Nel 2015 si laurea in Psicologia: Risorse umane, ergonomia cognitiva, neuroscienze cognitive all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, attestandosi come “laureato eccellente”. Dal 2016 è fotografo certificato Street View del programma Local Guides di Google.
Già protagonista di numerose esposizioni, fonda il progetto fotografico La gente di Napoli – Humans of Naples, con il quale raccoglie oltre 900 ritratti che diverranno campione di studio per l’omonima indagine psicosociale. L’iniziativa vanta la partecipazione di molteplici personaggi dell’arte, dello spettacolo e della cultura italiana nonché mostre fotografiche al Castel dell’Ovo, al PAN Palazzo delle Arti Napoli e altre location. I volti raccolti diventano occasione per la pubblicazione del libro fotografico, al cui interno è riassunta parte della ricerca scientifica, e del documentario che vuole rafforzare e rilanciare l’immagine della città di Napoli sullo scenario internazionale.
Un viaggio esclusivo tra cibo, arte, musica, teatro e calcio. Nello svolgersi di una giornata a Napoli, i suoi personaggi raccontano le storie e le contraddizioni della loro città: tra questi Enzo Avitabile descrive la città come una casa madre, un punto da cui si parte per poi ritornarvi inesorabilmente; Laura Bouchè, emigrata a Londra, della capacità del napoletano di adattarsi a nuovi contesti; ancora Cristina Donadio sottolinea come Napoli sia avvolta da luci e ombre che spesso cerchiamo di nascondere; infine Christian Giroso, nato e cresciuto a Scampia, racconta del laboratorio teatrale Arrevuoto al quale partecipano i ragazzi della periferia di Napoli.
L’amore del napoletano per la sua città è unico al mondo.
Una serie di piccoli documentari che raccontano le storie e le personalità di vari personaggi napoletani. Attraverso delle interviste esclusive, scoprirai aspetti inediti e sorprendenti di queste figure che hanno segnato la cultura, l’arte, il cinema e la musica di Napoli.
Gli episodi sono composti da:
L’Ospedale delle Bambole della dott.ssa Tiziana Grassi, Vincenzo Sarnelli in (p)arte Tony Tammaro, Ogni Donna una Madonna, James Senese – Anima nera, Amedeo Colella e l’Università degli Studi di Napoli Gennarino II, Giuseppe Polone e l’Università Stradale Matematica d’Italia, Alan De Luca e la nascita di TeleGaribaldi
Il libro vuole promuovere l’immagine, la cultura e il turismo di Napoli: contiene la prefazione del giornalista Paolo Chiariello, le illustrazioni dell’artista Gioia Romanelli, le foto e i pensieri più significativi raccolti in cinque anni da Vincenzo De Simone a testimonianza del grande interesse suscitato anche nella platea turistica, ed è realizzato in collaborazione con gli psicologi Vittorio Sarnelli e Virginia Santoro, insieme a Ciro Pizzo e Massimo Di Roberto, docenti dell’Università Suor Orsola Benincasa, a cui si deve la ricerca scientifica svolta grazie alle interviste raccolte.
Nei famosi murales di Jorit sono nascosti dei messaggi, parole e frasi che ne ampliano il significato: nomi di persone del luogo, testimonianze e motti rivoluzionari celati sapientemente dall’artista alla luce del Sole.
Alcuni tra i messaggi nascosti più significativi sono: «Hasta siempre» nel murale di Diego Armando Maradona, «Tagliateci la testa col machete» e «Meglio sparare che sparire» nel murale di Ernesto Che Guevara, «Le vele urlano! » e «Scampia chiede lavoro» nel murale di Pier Paolo Pasolini e «Socialismo o barbarie?» in quello di Salvador Allende.
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